One shot, one life: liberare la mente per fare centro (con sé stessi).
Esiste un’antica disciplina giapponese, il kyūdō (弓道 lett. "via dell'arco"), che da tempo immemore costituisce una vera e propria filosofia di vita in grado di avviare l’arciere verso la conoscenza della natura profonda delle cose, migliorare sé stesso e raggiungere lo Zen.
Nel 1924, Eugen Herrigel, professore di filosofia a Heidelberg (Germania), viene mandato in Giappone per tenere dei corsi e ricoprire una cattedra. È l’occasione che aspettava da tempo per avvicinarsi e comprendere finalmente l’esperienza mistica dello Zen. L’incontro con il maestro di arco giapponese Awa Kenzo sarà illuminante e costituirà l’episodio destinato a cambiargli per sempre la vita. Da quella esperienza nascerà il famoso libro “Lo Zen e il tiro con l’arco”, fonte di ispirazione per diverse generazioni a venire.
L’approccio del Maestro genera fin da subito un certo stupore e disorientamento in Herrigel, desideroso di apprendere quell’arte il prima possibile.
«Che debbo dunque fare? » chiese Herrigel pensieroso.
«Imparare la giusta attesa».
«E come si impara?»
«Staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è suo…».
Nel corso delle lezioni di tiro con l’arco, Herrigel si trova felicemente costretto a capovolgere le sue idee, e soprattutto il suo modo di vivere. All'inizio con grande pena e sconcerto: riconosce infatti prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni (fare centro nel bersaglio), infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire, di arrivare all’obiettivo. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuta Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare "vuoto" per accogliere, quasi senza accorgersene, l'unico gesto giusto, che fa centro: quello di cui gli arcieri Zen dicono: "Un colpo, una vita". In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e ‘Io’ si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire, scopre Herrigel, è sé stesso.
Il tiro con l’arco, nell’eccezione nipponica del kyūdō, è una disciplina le cui caratteristiche consentono a chi l'avvicina di capire davvero cosa significa recuperare la propria spiritualità eliminando tutto ciò che, di fatto, è superfluo e fuorviante rispetto alla realtà del vivere. Lo Zen è molto di più di una filosofia: si tratta di uno stato spirituale, dove anima e corpo si fondono nella propria natura autentica. Apprendere e far proprio lo Zen significa assumere, nei confronti della vita, un atteggiamento completamente privo dell’ esteriorità superflua, perché essa allontana dal nostro vero sé.
E’ quindi necessario riscoprire lo stato infantile della spontaneità, liberandosi dalle sovrastrutture che impongono pensieri volitivi prima delle azioni. Quando i bambini si muovono, giocano, compiono qualsiasi azione lo fanno spontaneamente, istintivamente e non necessariamente ciò che fanno è frutto di una premeditazione. Quando l’uomo torna bambino e impara di nuovo a “dimenticare se stesso”, impara a pensare senza pensare, ad agire senza agire, a volere senza volere. Lo sviluppo ‘spirituale’ che lo zen insegna è quello che consente di accettare che le cose accadano semplicemente perché accadono e non può essere diversamente.
Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione, ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell’impossibile — questo stato interamente libero da intenzioni, dall’Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale»”.
Fonti:
E. Herrigel - Lo zen e il tiro con l’arco, Adelphi, 1987
J. Stevens - Lo zen, l'arco, la freccia. Vita e insegnamenti di Awa Kenzo, Edizioni Mediterranee, 2011
Cos’è il Kyudo - www.accademiaprocesi.it/kyudo/
Associazione Italiana per il Kyudo (A.I.K.) - www.associazioneitalianakyudo.it/
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