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Immagine del redattoreGPaolo Neri

Come la vita imita gli scacchi

Aggiornamento: 7 apr 2020

Si calcola che il numero di possibili combinazioni sulla scacchiera è molto maggiore del numero di atomi nell'universo (10^81). Una stima approssima tale numero a qualcosa come 10^120.

Allo stesso modo, sono innumerevoli le situazioni nella vita (privata, lavorativa, sociale) che possono essere viste come del tutto analoghe a un problema scacchistico, in cui il pensiero strategico, la creatività e le tattiche mirate a conseguire la vittoria indicano, per analogia, la strada da seguire: in questo modo, il millenario 'gioco del re' insegna a considerare le forze in campo, a tenere conto della situazione attuale in cui ci si trova, a immaginare e anticipare le aspettative di chi ci sta di fronte e, di conseguenza, a formulare un piano per raggiungere l’obiettivo (scacco matto, dal persiano: Scià-a-mat, che significa "Il re è morto").


Quali sono quindi le qualità necessarie per affrontare in modo vincente una partita e di conseguenza raggiungere il proprio obiettivo?

La formula magica, nella vita così come negli scacchi, non esiste. E’ invece una combinazione, un mix di fattori su cui occorre lavorare sapendo utilizzare al meglio le proprie possibilità. Ognuna di queste qualità o elementi meriterebbe un trattato a parte, ma possiamo cominciare con farne un elenco:

- Strategia e tattica

- Talento

- Intuito vs Calcolo

- Preparazione, studio

- Mezzi (materiale), Tempo e Qualità

- Visione d’insieme

- Innovazione

- Psicologia


Giocare una qualsivoglia partita o puntare ad un obiettivo personale o di lavoro senza una visione di medio-lungo termine porta a prendere decisioni – mossa dopo mossa – di tipo reattivo, facendo il gioco dell’avversario (il proprio partner, il datore di lavoro, un cliente ostico, ecc..) non il proprio. Saltare da una situazione nuova all’altra senza un strategia ti farà credere di aver gestito quel momento, ma ti farà perdere di vista quello che vuoi ottenere alla fine. Viceversa, chi segue una strategia comincia sempre fissando un obiettivo finale, lontano nel futuro, e lavora a ritroso nel presente. Uno scacchista esperto fa le mosse giuste adesso perché si basano su come vorrà che la scacchiera ed i pezzi su di essa appaiano 10 o 20 mosse dopo. Questo non richiede la capacità di calcolare i miliardi di possibili mosse o variazioni nelle 20 mosse successive, bensì egli valuta dove si trova ora e stabilisce micro-obiettivi per arrivare dove vuole. Questi obiettivi intermedi sono di fondamentale importanza per preparare le condizioni favorevoli alla sua strategia. Egli si pone domande come: “Quali condizioni devono essere vere perché la strategia possa realizzarsi? E’ necessario effettuare alcuni sacrifici? Quali cambiamenti potrebbero intervenire lungo il cammino e come posso reagire o forzarli?”.


Il talento è una qualità innata, ma esso non è sufficiente per eccellere e raggiungere l’obiettivo finale. Occorre far buon uso del proprio intuito, dell’esperienza passata, degli errori compiuti e lavorare di continuo sui propri punti deboli. La preparazione e lo studio sono elementi fondamentali: i grandi campioni di scacchi hanno studiato centinaia o migliaia di partite già giocate e commentate, conoscono a memoria aperture e varianti, così da accelerare le fasi iniziali della partita e non perdere tempo prezioso, e sviluppano una migliore consapevolezza delle possibili minacce che li attende.


Materiale, tempo e qualità sono altrettanto importanti nello sviluppo del gioco perché consentono di prendere decisioni sufficientemente ponderate sulla base dei pezzi a disposizione, del tempo rimanente (una variabile fondamentale perché spesso negli scacchi, come nella vita, il tempo a nostra disposizione è limitato) e della qualità dei mezzi a disposizione: stante lo scenario, un pezzo di maggior valore potrebbe avere caratteristiche qualitative inferiori rispetto ad un pezzo di minor valore, e viceversa.


La visione d’insieme è un aspetto spesso tralasciato di fonte ai problemi. Focalizzarsi su di una dinamica specifica, che ci tocca direttamente, può farci perdere il focus primario del nostro obiettivo chiave. Occorre staccarsi dal contesto, porsi sotto un’altra prospettiva, avere una visione allargata – non è raro vedere qualche giocatore di scacchi durante un torneo alzarsi dalla propria sedia e guardare la scacchiera dall’alto o dalle spalle del proprio avversario.


Un altro elemento vincente è la creatività, la capacità di innovare sorprendendo o anticipando l’avversario, portandolo su un terreno a lui ignoto o inaspettato. L’originalità non è però un cosa facile e può ritorcersi contro se non ben gestita: serve una forte autostima, una certa caparbietà e una buona dose di audacia. Il Grande Maestro Bobby Fisher, un genio insuperato del gioco degli scacchi, era maestro in quest’arte: amava sorprendere gli avversari, provocarli, tendergli trappole inaspettate per poi vincere e umiliare l’avversario. Fisher - genio e sregolatezza - portò gli Stati Uniti a vincere il campionato del mondo di scacchi nel lontano 1972 contro la Russia, in piena guerra fredda, in un torneo passato alla storia e ben rappresentato nel film La Grande Partita, di Edward Zwick – 2014.


Concludo questo articolo con una straordinaria massima di Ralph Waldo Emerson (filosofo americano):

“Colui che conosce il come avrà sempre un lavoro. Colui che conosce anche il perché sarà sempre il suo capo”.

Alcuni fatti:

Nel 1985, il giocatore sovietico Garry Kasparov è diventato il più giovane campione mondiale di scacchi all'età di 22 anni, e lo è rimasto per ben 15 anni, fino al 2000. L’attuale campione del mondo Magnus Carlsen è il più giovane giocatore ad aver raggiunto il punteggio ELO di 2800 e salire alla vetta della classifica FIDE all’età rispettivamente di 18 e 19 anni.

Letture consigliate:

La regina degli scacchi – Walter Tevis, 2014

La variante di Lüneburg - Paolo Maurensig, 2013

La difesa di Luzin - Vladimir Nabokov, 2001

Imparo gli scacchi - Adolivio Capece, 2016

Fonti:

How Life Imitates Chess – Garry Kasparov, 2008

The Number of Shannon - Claude Elwood Shannon (1916-2001) ingegnere e matematico calcolò la stima del numero di possibili posizioni sulla scacchiera (mathematics.chessdom.com/shannon-number)


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